top of page
SIM-1010339.jpg

Il volontariato è da sempre il motore che muove il nostro Sci Club: volontari sono i membri del direttivo, così come le persone senza il cui contributo sarebbe impossibile organizzare feste, lotterie e tante iniziative per raccogliere fondi, permettendo così a moltissimi ragazzi e ragazze di potersi avvicinare a questo incredibile sport, senza gravare troppo sulle tasche dei genitori.

 

Da sempre il contributo del Comune e dei vari sponsor della zona che credono nell’importanza dello sport e dello Sci Club per i giovani è stato un importantissimo sostegno. Il nostro staff è formato da tutte le mamme e i papà che sono sempre disponibile a fornire supporto logistico agli allenatori e a seguire le gare dei loro figli. La gara sociale di fine stagione è diventata ormai un evento a cui nessuno può mancare!

 

I nostri allenatori sono dei professionisti ben preparati, che riescono a far appassionare i ragazzi di questo splendido sport, e dedicano molto tempo e attenzione anche a farli divertire, insegnando loro a stare assieme e rispettarsi, a vincere ma anche a saper perdere.

 

Tutti quanti possono entrare a far parte di questa realtà… Insomma, è una grande famiglia in cui tutti hanno il loro ruolo…da protagonisti!
 

Presidente: Luca Palla
Vice-Presidente : Giovanni Simeone
Consiglio:
Serena Foppa

Sara Denicolò

Luca De Cassan

Gianni Crepaz

Mirco Petri

Marco Padovan

Sandro Soratroi

David Crepaz



 

Un pò di storia

Lo Sci Club Arabba nasce il 26 dicembre del 1925 con il nome di “Sci Club Col di Lana”, grazie all’iniziativa di alcuni volenterosi locali e non locali che avevano una passione in comune: lo sci nordico. All’epoca, lo sci nordico era molto più in voga dello sci alpino che, tra l’altro, non era ancora arrivato nella vallata fodoma e in quelle limitrofe. 

 

Il primo consiglio direttivo dello Sci Club era formato dall’ing. Speccher, il presidente, Giuseppe Devich, il segretario, e dai consiglieri Giuseppe Demichielli, Angelo Detomaso, Costante Daberto e Giuseppe Dorigo. I primi atleti, all’epoca, non avevano di certo a disposizione grandi risorse finanziarie: le ferite della Prima Guerra Mondiale, che aveva distrutto così violentemente la vallata, si facevano ancora sentire. 

 

Tra questi pionieri dello sci, ricordiamo Francesco Agostini, Angelo Detomaso, Giuseppe Gliera, Giuseppe Decassian, Giovanno Grones: la loro sciolina era la loro forte passione, gli integratori la grande forza d’animo. Nonostante le difficoltà economiche, seppero distinguersi gareggiando con atleti provenienti da località con ben più ampie possibilità, come l’ampezzano, la Val Pusteria e addirittura il Piemonte, ai quali spesso riuscirono a strappare la vittoria. 

 

Erano gli anni delle staffette, del giro del Col di Lana e di quelle competizioni che duravano anche un’intera giornata. Con l’arrivo della Seconda Guerra Mondiale si impose uno stop, e in un certo senso terminò la stagione di questo agonismo “vintage”, che racchiudeva in sé tutti i più sani valori decoubertiani dello sport (“L’importante non è vincere, ma partecipare” cit.). 

 

Negli anni ‘40, nelle vallate limitrofe, compaiono i primi impianti a fune: nel 1937, a Cortina, viene inaugurata la funivia del Faloria, e nel 1948, sul Col Alto a Corvara, viene costruita la prima seggiovia collaudata in Italia. Con l’avvento degli impianti inizia l’era dello sci alpino come lo intendiamo oggi. La nuova disciplina fu rapidamente assimilata dai giovani fodomi di allora e ben presto si cominciarono a organizzare le prime gare di sci. 

 

Tra i non più giovanissimi, restano ancora ben nitidi nella mente i ricordi delle discese dal Pordoi o dai versanti del Portavescovo, quando ancora d’impianti non si parlava nemmeno, su piste strette, battute con gli sci ai piedi. Allora i “gatti” avevano ancora quattro zampe e miagolavano, e sarebbe stata un’eresia dire che un giorno, di là da venire, avrebbero arrampicato su quei pendii grazie alla forza di 500 cavalli. 

 

Ogni competizione aveva la sua storia, dove non mancavano gli epiloghi a sfondo tragicomico. Tra la fine degli anni ’50 e gli inizi degli anni ’60, ad Arabba si svolsero anche importanti gare valevoli per le qualificazioni alle fasi nazionali. Appuntamenti di prestigio che nemmeno la vicina Val Badia, dove come detto, c’erano già degli impianti di risalita, aveva l’onore di ospitare. 

 

In seguito, pian piano si cominciava a parlare di nuove tecniche e di nuovi stili. Arrivarono le solette di plastica, scompariva la caratteristica prominenza sulla punta dello sci. Anche i gloriosi sci in pelle o vibram lasciarono il posto alla plastica. Con loro comparvero gli attacchi di sicurezza e così via. Arabba cominciava già a delinearsi come centro nevralgico e ideale per la pratica dello sci. A qualcuno venne spontaneo perciò proporre che anche il sodalizio locale promotore di questa disciplina, già intravista da molti come futuro economico della vallata, seguisse lo stesso trend. Così dopo un’animata discussione tra i più tradizionalisti, che volevano mantenere lo storico nome ed i più “progressisti”, si decise di cambiare la denominazione in “Sci Club Arabba“.

Indirizzo

Via Pieve n. 78 c/o
Centro Dolomiti Cesa della cultura Fodoma Livinallongo del Col di Lana
32020 Belluno

Contatti

Connect

  • Youtube
  • Instagram
bottom of page